#: locale=it ## Tour ### Descrizione ### Titolo tour.name = Senza titolo 25 ## Media ### Titolo album_FA1D9BEF_E877_D40D_41E3_E893C2E50ED4.label = Album Fotografico bconseil-2188 map_1DEF8307_0C21_274C_41A8_4FA3041D03CB.label = Mappa Brusson panorama_9A432A54_912E_D9F3_41D5_44CC5ED04CBD.label = PIC_1 panorama_9B2C0FD3_912F_F6F5_41D2_856B98BC8BC3.label = PIC_31 panorama_9B2C1213_912F_C975_41D7_C46D84C6FF35.label = PIC_26 panorama_9B2C1FD2_912E_56F7_41C8_EB1E0F34EC11.label = PIC_13 panorama_9B2C25DB_912E_4AF5_41C6_94D904F61550.label = PIC_10 panorama_9B2C33CE_912E_4EEF_41E0_10B1906C19D3.label = PIC_18 panorama_9B2C37B9_912E_36B5_41D9_8DF33852330C.label = PIC_21 panorama_9B2C4254_912E_C9F3_41C5_0D74972A6128.label = PIC_8 panorama_9B2C684A_912E_D9D7_41D1_119DC7FA796E.label = PIC_6 panorama_9B2C6A1C_912F_D973_41E0_09D8778D3AC1.label = PIC_33 panorama_9B2C6E66_912E_F9DF_41D0_D76384BC6C43.label = PIC_5 panorama_9B2C7C28_912E_3953_41D1_1ED9A8B04156.label = PIC_9 panorama_9B2DC9C7_912E_7ADD_41B0_C17371DEBE86.label = PIC_16 panorama_9B2DDB72_912F_DFB7_41C1_763D2DAD6011.label = PIC_29 panorama_9B2DEE06_912E_595F_417F_8AA16D936525.label = PIC_20 panorama_9B3EB45E_912E_C9EF_41CF_ECA8AA96A440.label = PIC_3 photo_0366A615_0C21_214C_4193_71CA9F4283A5.label = 7 Champoluc photo_1C7C3051_0C2F_E1C4_41A5_0ED8B3109C06.label = 6 Sci di fondo photo_1C9C1181_0C21_E344_41A1_CF358FB7005F.label = 12 monte rosa ski photo_1E350026_0C21_214C_41A0_7936558DB2C6.label = 16 prodotti tipici photo_A1DEA94E_AE9B_75E4_41DE_1020AB9E1576.label = 2 Col de joux copia photo_BCAB7349_B3B2_F855_41E2_F2DA001F15CB.label = 6 playground photo_BCF190D4_B3B3_9873_41E5_1121A7FFBED4.label = 5 Pesca photo_BE901353_AE8F_D5FC_41E5_B022F330ADE8.label = 3 torrente copia photo_BEBE6CA8_AE87_4CAC_41B4_417AF9334C46.label = 2 Castello photo_C2AFE57C_D600_DE86_41C0_430EAF52ACB3.label = Ru 16 copia photo_C33E4446_D600_DE82_41E4_92A32E5B0389.label = 9 MINIERE2 photo_C4B0E3A6_D600_7982_41E7_CCEB0DAAA135.label = 15 Arbusti copia photo_C4BC403A_D600_3682_41E1_EB2464641074.label = 11 rifugi copia photo_C4BD350E_D600_3E82_41E4_76663A47DE8D.label = 15 centro hebert copia photo_C4F02CF7_D601_CF82_41E9_AF51023F7085.label = arrampicata copia photo_C501CDD2_D600_C982_41CF_5229AEEDF229.label = 14 sbarramento copia photo_C66DF397_D600_D982_41CB_BDB8EAFDE4AF.label = 10 FIORI copia photo_DBD0CDFC_D600_4986_41E3_3FB7198C6CF2.label = 8 generico nuvole copia video_A1C3410E_AE9B_F564_41CB_3141E3B18FD0.label = 1 brusson video_A1D635FD_AE8F_7CA4_41CF_72BA0C0ED998.label = 1 area attrezzata video_A26FEA0A_B3D7_8BD7_41DA_5DBAE32B10EA.label = 8 generico nuvole video_A39A790D_B3BD_89ED_41E1_CD2CC5695FC0.label = L'acqua Siamo Noi - 2020 video_BE9A314F_AEB9_D5E4_41B3_469BD49ECF02.label = 4 drone video_BF404B71_AEBF_D5BC_41AF_74B8BB0CFD09.label = 4 zonda umida video_C42AC71E_D603_DA82_41E4_CF29C029F891.label = 12 lago generico video_C49F63DE_D600_F982_41EA_4FCEDA94905D.label = 12 sbarramento video_C6AE0301_D600_FA7E_41DF_DB60DEE33605.label = 10 AGRICOLTURA video_D97CF9C7_D600_4982_41E7_638C84632847.label = 9 MINIERE video_E7D27D1B_E873_4C15_41BF_A6CDD6985899.label = fuochi a brusson 360 ## Popup ### Corpo htmlText_A047566C_AE99_DFA4_41DE_837BDC736899.html =
Dall’etimlogia incerta, indecisa tra “altura boscosa” o jugum (in latino “giogo” e quindi “colle”), il Col de Joux è senza dubbio una delle località più fiabesche della Valle d’Aosta.
Si tratta di un passo boscoso che collega il comune di Brusson a Saint-Vincent, rappresentando così una valida soluzione per raggiungere la Val d’Ayas. L’itinerario panoramico, infatti, sale fino a 1.640 metri slm con ampi tornanti che costeggiano piccole frazioni e attraversano spettacolari boschi di larici. Una volta arrivati, ci si può avviare a piedi su percorsi escursionistici verso la Testa di Comagna e il Colle Tzecore, oppure passeggiare in piano in direzione Sommarèse e frazione Pallu.
In alternativa, si può trascorrere una rilassante giornata nel sole d’alta quota, con l’intrattenimento del campo pratica di golf, la scuola di equitazione, e area giochi per bambini.
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Un’area verde libera e attrezzata, per divertirsi e far giocare i bambini all’aperto nell’aria pulita di montagna. Sul bordo del lago, in un enorme prato dove distendersi al sole, si trovano infatti un campo da beach volley, un parco giochi, tavoli da picnic e una fontana con acqua fresca di alta quota. Tutto l’occorrente per trascorrere un’allegra giornata in famiglia.
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Per definizione, la zona umida è un’area ad altissima biodiversità, caratterizzata da una fascia di terreno ricoperta di acqua stagnante. Questa comprende quindi paludi, acquitrini, torbiere e specchi d’acqua di qualsiasi tipologia.
Garantendo risorse d’acqua e stoccaggio di carbonio, riveste un ruolo fondamentale per l’ambiente, oltre a essere spesso un luogo di sosta nelle rotte migratorie degli uccelli.
Seppur la zona umida di Brusson sia di dimensioni ridotte, la sua importanza è indiscussa all’interno dell’ecosistema del lago. Grazie alla passerella in legno, adulti e bambini possono osservare i tanti piccoli esseri che la abitano, come rane, rospi e numerose specie di insetti.
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Immissario della Dora Baltea, il torrente Évançon ha origine nell’alta Val d’Ayas, dal Grande Ghiacciaio di Verra che è parte del Massiccio del Monte Rosa. Lungo il suo percorso attraversa i quattro comuni di Ayas, Brusson, Challand-Saint-Anselme e Challand-Saint-Victor, con un andamento diversificato.
Assieme al lago di Brusson, fa parte della Riserva Turistica del Consorzio Pesca, in cui è consentito pescare nei mesi stabiliti, se in possesso di licenza governativa e permesso giornaliero. Il tratto adibito alla pesca no kill, ovvero a prelievo nullo, è compreso tra lo sbarramento idroelettrico di Brusson e il primo ponte a monte della località Pian, una zona con poca pendenza e dalle sponde poco acclivi. In ambito ittico, nelle sue acque sono presenti la trota Fario e Iridea, comunemente conosciuta come “salmonata”.
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Brusson è assai conosciuta nel panorama degli sport invernali, soprattutto per lo sci da fondo e per il biathlon, di cui è stata tappa in importanti gare nazionali e internazionali. Nel 2000 è stato infatti inaugurato il poligono di tiro, omologato per le prove di Coppa del Mondo.
Per lo sci nordico, invece, il Foyer du Fond situato presso l’Hotel du Foyer, oltre ad accogliere gli sportivi, offre servizi di ogni tipo tra spogliatoi, docce, locali per la sciolinatura, palestra e un campo scoperto per gli allenamenti.
Varie proposte che fanno di Brusson una località frequentata tutto l’anno non solo da appassionati, ma anche da squadre sportive professioniste.
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Situato nell’alta Val d’Ayas, Champoluc è la frazione più conosciuta della zona e attrae turisti stranieri e locali in ogni stagione.
Parte del comprensorio sciistico Monte Rosa Ski, regala infatti chilometri di piste che la collegano alla Val di Gressoney e ad Alagna, nel vicino Piemonte.
Un intreccio di piste di tutte le difficoltà e dai panorami incantevoli. Dal paese, inoltre, si raggiunge la pista naturale di slittino, il Baby Snow Park e il Crest, ampio pianoro a 1.975 metri slm dove godersi una piacevole giornata sugli sci.
I fondisti invece possono divertirsi sulla pista Villy e al Foyer de Fond di Brusson poco distante, mentre per gli appassionati di arrampicata, a un quarto d’ora d’auto, si trova la cascata di ghiaccio Pissun di Mascognaz.
In estate, le stesse zone si liberano dalla neve e ritrovano il verde dei loro prati, diventando la location perfetta per suggestive passeggiare e itinerari in mountain bike.
Da non perdere ad agosto è la Notte Bianca di Champoluc, in cui artigiani e aziende agricole valdostane espongono i propri prodotti, tra musica e balli tradizionali.
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In prossimità del lago di Brusson è stata costruita una playground dedicata ai più piccoli, raggiungibile attraversando il ponte che sovrasta il torrente Évançon.
Con scivoli, castelli, gonfiabili e i tappeti elastici, la struttura multigioco consente ai bambini di divertirsi all’aria aperta, sulla sabbia e in tutta sicurezza.
L’area attrezzata è accessibile con un piccolo contributo ed è aperta esclusivamente in estate.
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Dal paesaggio vario, dolce e con un’ottima esposizione al sole, Brusson si conferma una delle mete turistica preferite dalle famiglie. Tra pascoli, boschi e laghi, accoglie infatti grandi e piccoli in piacevoli escursioni tra le meraviglie della Val d’Ayas.
In estate il maneggio locale organizza inoltre gite in sella ai pony, mentre in inverno lo snowpark dedica un’intera area ai bambini, con gonfiabili e gommoni.
Agli adulti la zona offe una palestra di roccia in frazione Extrépeiraz, itinerari in mountain bike disseminati su tutto il territorio e 30 chilometri di piste da sci nordico fino al villaggio di Estoul, a 2.000 metri slm.
Nel comune, sono due le feste più importanti: la straordinaria fiaccolata dei maestri di sci e la tradizionale Bataille des Reines, l’eliminatoria del combattimento tra bovine per decretarne la “regina”. Un evento assolutamente non cruento, nel quale riscoprire le usanze antiche e assistere in prima persona alla forza della natura.
Da visitare assolutamente sono la miniera d’oro di Chamousira Fenilliaz con i suoi 1.600 metri sotterranei, il Castello di Graines e la Chiesa Parrocchiale di San Maurizio.
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Una torre dal profilo merlato, i resti di una cappella romanica e la cinta muraria che, come un serpente, asseconda il naturale movimento del terreno. Questa è la vista che si ha oggi del Castello di Graines, fortificazione di origini primitive, poi consolidata nell’IX secolo e ora ridotta in rovine. Ristrutturato in parte dal noto architetto Alfredo D’Andrade a fine Ottocento, il complesso venne poi messo in sicurezza negli anni ’90, conservando l’autentica struttura.
Due sono le leggende che abitano questo luogo. La prima è che nelle fondamenta del castello sia sepolto un tesoro di cui nessuno è stato mai capace di entrare in possesso. Secondo quanto si racconta, solo un giovane mandriano vi riuscì, dopo che una voce gli aveva indicato nel sonno la via per raggiungerlo, ammonendolo però di fuggire dalla botola prima del terzo canto del gallo. L’indomani il ragazzo seguì ogni indicazione fornita, lo scovò ma non resistette a infilare in tasca ancora un po’ di quella montagna d’oro dopo il secondo segnale, che al terzo la botola si chiuse e di lui non si ebbero più notizie.
L’altra leggenda, invece, vede protagonista le castellane di Graines, famose per il candido pallore della loro carnagione. Secondo alcune voci, il signore del castello obbligò per anni la gente del contado a coprire di terra i pendii innevati della valle dell’Évançon, per non far abbronzare il viso delle sue dame e non far svanire la loro bellezza.
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Come avviene per numerosi bacini alpini, dove le specie ittiche non riescono ad arrivare a causa del corso impervio di torrenti e fiumi, anche il lago di Brusson è oggetto di immissioni costanti da parte del Consorzio Regionale per la Pesca.
A seconda dei mesi e della necessità, infatti, vengono introdotte nuove trote adulte, esclusivamente di taglia superiore ai 22 cm. La specie più comune è la trota fario (Salmo Trutta) anche conosciuta come “salmonata”, dal corpo longilineo e dorso ricoperto di macchie puntinate. È in grado di mimetizzarsi a seconda del fondale, solitamente sassoso o ghiaioso, e predilige le acque fresche e ben ossigenate.
Rientrando nella Riserva di Pesca Turistica, nel lago di Brusson è concessa la pesca con obbligo di permesso e licenza.
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A piedi, in mountain bike o a cavallo alla scoperta dell’ingegno umano e della natura, lungo i Rus d’Arlaz e Herbal. Risalenti al XV secolo, sono antichi canali di irrigazione costruiti per il sostentamento e lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento.
Il Ru d’Arlaz fu voluto dai Conti di Challant per irrigare i campi di Brusson, Montjovet e Saint-Vincent, attingendo dalle acque del torrente Evançon. Vennero eretti imponenti muraglioni di contenimento e il letto del canale fu rivestito in pietra per favorirne la pulizia, - onere preso periodicamente in carico dai contadini della zona -.
Il Ru d’Herbal, invece, lungo 12 km è il canale di irrigazione più importante della media e bassa Val d’Ayas. La preziosità delle sue acque, da cui dipendevano diverse comunità del posto, portò all’accordo del 27 Marzo 1637, che regolamentava l’utilizzo dell’impianto da parte dei singoli paesini. Un segno rilevante che conferma l’importanza dell’acqua nella quotidianità dell’uomo.
Grazie al Programma di Sviluppo Rurale promosso dalla Regione Valle d’Aosta, dal 2007 al 2013 sono stati realizzati lavori di restauro, messa in sicurezza dei canali e di miglioramento del sentiero, con la creazione di punti di sosta e aree pic-nic lungo il tragitto. Un intervento sostanziale e positivo anche per lo sviluppo della flora e della fauna locali.
Il percorso dei Rus d’Arlaz e Herbal, adatto alle famiglie, custodisce un grande valore ecologico e ambientale che lo ha reso luogo d’interesse per il turismo sostenibile.
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Se allo sguardo appare come una semplice distesa di alberi, arbusti e piante selvatiche, in realtà il bosco ha ruolo più profondo: rappresenta una risorsa di protezione idrogeologica e di difesa contro la caduta di frane e valanghe.
In montagna la fascia boschiva è compresa tra l’orizzonte collinare e prealpino, ovvero fino ai 2.300 metri di quota, e varia a seconda di fattori come la quota altimetrica, la temperatura e le precipitazioni. In ogni caso, si può generalmente dire che essa è composta dalle specie di latifoglie più in basso e dalle aghifoglie più in alto.
In Valle d’Aosta, tra gli esemplari di arbusti più famosi troviamo il raro e pregiato pino cembro, dai lunghi aghi riuniti in fasce da 5, e poi l'abete bianco, con i suoi coni eretti e corteccia bianco cinerina, quello rosso e il pino uncinato, frequente nel Parco naturale del Mont Avic.
Tesoro condiviso, il bosco ha da sempre rappresentato un patrimonio importantissimo per la popolazione, tutelato già da fine Seicento con il primo regolamento contenuto nel libro “Des Bois, Rivières et Torrents” del Coutumier du Duché d’Aoste.
Altra ricchezza naturalistica valdostana è la flora alpina, che da fine giugno fiorisce nei pascoli e regala un parterre botanico magnifico, tra stelle alpine, specie di fiori e piante protette. I luoghi più impervi, come le morene, invece, sono abitati dal ginepro nano e dalle famiglia delle ericacee, mentre al limite delle nevi perenni è facile incontrare le varie tipologie di Artemisia, con le quali si produce il noto liquore Génépy.
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Visibile dall’autostrada, nella frazione Extrepiéraz di Brusson si trova una parete roccia naturale utilizzata come palestra di arrampicata. Frequentatissima da maggio a fine settembre, ha 37 vie in totale con lunghezza tra i 10 e gli 80 metri, su un’altezza di oltre cento metri.
La chiodatura è quasi totalmente in resina, anche se sono presenti recenti tiri a fix inox.
Pur avendo una chiodatura breve che permette tiri adatti anche ai principianti, richiede un livello medio-alto, per questo è sempre raccomandato essere accompagnati da una guida alpina.
Davanti alla parete si apre inoltre un grande prato verde, dove riposarsi al sole e ricaricare le energie, raggiungibile dai parcheggi dell’area attrezzata di Goen, oltre il fiume.
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La conoscenza del terreno e il forte legame alle tradizioni hanno permesso al popolo valdostano di sfruttare al meglio le materie prime locali, elevando la cucina tipica a riconosciuto esempio di gastronomia alpina.
Per via del territorio prevalentemente montuoso e del clima rigido, si basa su una dieta semplice, costituita da formaggi, salumi, patate, ortaggi e frutta d’alta quota. Questi, sapientemente combinati secondo antiche ricette, diventano deliziosi piatti caldi come la Seupa à la Valpellinentze, con cavolo, pane e fontina, e la Tartiflette, con patate, pancetta, cipolle e formaggio.
Da ricordare l’uso della polenta come accompagnamento trasversale, spesso abbinato alla Carbonada, lo spezzatino tipico, e alla prelibata brossa, la ‘crema’ ottenuta dal siero del latte riscaldato.
Tra i i prodotti valdostani, numerosi hanno ottenuto il riconoscimento D.O.P. (Di Origine Protetta), come la Fontina, il Valle d’Aosta Fromadzo, il Jambon de Bosses e il Vallé d’Aoste Lard d’Arnad, perfetti da degustare accompagnati da vini bianchi e rossi D.O.C. (Di Origine Controllata) locali. Anche i dolci non mancano, di cui vanno citate sicuramente le sottilissime tegole, i torcetti e la Flantze, il pane lavorato con zucchero e frutta secca, donato ai bambini come ringraziamento per l’aiuto durante le panificazioni annuali della comunità.
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Il Monterosa Ski, tra i più suggestivi d’Italia, è un comprensorio che unisce la Valle d’Aosta e il Piemonte sotto un’unico tetto, innevato e spettacolare. Ai piedi del Massiccio, si estende per 180 km di piste che toccano la Val d’Ayas, la Valle di Gressoney e Alagna, in Valsesia.
Con tapis roulant e impianti di risalita all’avanguardia, tra cui funivie, seggiovie, skilift e cabinovie, si raggiungono panorami mozzafiato oltre i 3.000 metri di quota.
Se la natura accoglie tutti, così fa anche il comprensorio, che oltre a piste da discesa di tutte le difficoltà, dispone anche di uno snowpark, piste di risalita per lo sci d’alpinismo e il Fun Slope di Bettaforca, fun zone per divertirsi su gobbe, curve paraboliche e tunnel.
A completare l’offerta del Monterosa Ski, un ampio ventaglio di proposte dove pernottare e mangiare, gustando i piatti della tradizionali con prodotti a km 0.
Per saperne di più, www.visitmonterosa.com
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Il settore primario della Valle d’Aosta è fortemente influenzato dal territorio prevalentemente montuoso e dal clima alpino della regione. Su 326.000 ettari complessivi, poco più di 16.000 sono regolarmente coltivati, destinati principalmente a prati da foraggio e poi a vigneti per la produzione di vini DOC ed eroici (così chiamati perché derivanti da territori estremi d’alta quota).
Seguono i campi di patate e i frutteti, per la produzione di pere e mele dalle varietà tipiche alpine, in particolare la Renetta Canada e la Golden Delicious.
Da sottolineare anche l’apicoltura, che impegna 700 apicoltori e più di 7.000 arnie, da cui si ottenne il miele mille fiori, di castagno e di rododendro.
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Di origine artificiale, il bacino di Brusson è situato nella parte bassa della Val d’Ayas e alimenta la centrale idroelettrica di Isollaz, nel Comune di Challand-Saint-Victor.
Circondato da prati e boschi di conifere, è la meta ideale per gli amanti della montagna “plaisir”, che regala grande bellezza senza pericoli né grande fatica.
Dalle sue rive si può ammirare un ampio ventaglio di montagne, dalla cima Botta e la Testa di Comagna (tra le quali scende la strada del Col de Joux), fino a punta Goà.
Splendida è anche la vista a valle, dove spuntano le cime del Nery e del Voghel, e a monte con gli spettacolari Zerbion e Gran Tournalin.
A 1.283 metri di quota, il lago è facilmente raggiungibile in automobile da Verrès o da Châtillon, valicando il panoramico Col de Joux.
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Situato nella bassa Val d’Ayas, lo sbarramento di Brusson è una traversa fluviale a contenimento del torrente Évançon. Ultimato nel 1928 dopo due anni di lavori, raggiunge i 17,75 metri di altezza e ha capacità di 241.000 metri cubi.
Grazie a una galleria rocciosa di derivazione lunga 7.200 metri e a una condotta forzata di 1.800 metri, alimenta la centrale di Isollaz.
Quest’ultima, situata nel comune di Challand-Saint-Victor e firmata dall’architetto milanese Giovanni Muzio, sorge a 671 metri slm, presentando un dislivello di 589 metri dal bacino di riferimento. Al suo interno ospita 2 turbine Pelton, con una potenza complessiva di 32 MW.
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In Val d’Ayas numerosi sono i rifugi e bivacchi in cui riposare ad alta quota, prima di riprendere il cammino l’indomani.
Sulla sinistra orografica si trova il rifugio Gran Tournalin, raggiungibile dal sentiero n.1 con partenza da Saint-Jacques. Da qui, a 2.600 metri d’altitudine, è facile arrivare al Petit e Grand Tournalin e al Monte Roisetta.
Il versante destro, invece, propone il Rifugio Arp, immerso in un altopiano disseminato di ben 11 laghi, e il duo Ferrero e Delle Guide Franchey, che rientra nel Grande Sentiero Walser, assieme ad Austria e Svizzera. Sotto la vetta della Testa Grigia, si trova anche il bivacco Ulrich Lateltin, a 3.132 metri e accesso libero.
Spostandosi infine all’inizio della valle, famosi sono il rifugio Quintino Sella, al fondo del ghiacciaio del Felik e sotto la cima del Castore, e lo storico Ottorino Mezzalama del CAI di Torino, che dal 1934 ospita d’estate e d’inverno gli alpinisti diretti al Polluce, Castore e al Monte Rosa. Da questo rifugio, percorrendo un dislivello di circa 400 metri, si arriva anche alla nuova struttura delle Guide Val d’Ayas al Lambronecca, più capiente e vicina alle vette.
In zona due sono i bivacchi, il Rossi e Volante, posto su uno sperone ai piedi della Roccia Nera, e il Città di Mariano, situato sopra il Vallone di Tzère e sotto al Ghiacciaio di Ventina. In metallo e con 9 posti letto, dispone di un kit estremamente minimale di cui fa parte il tradizionale registro del bivacco, dove gli ospiti possono lasciare ricordo del loro passaggio.
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Meta assolutamente consigliata per curiosi e sognatori è il Centro Documentazione Herbet, che ospita un’esposizione fotografica permanente dedicata a Joseph Herbet.
Capitano della miniera di Chamousira-Fenillaz a fine Ottocento, fu un uomo dinamico e attento a qualsiasi forma di innovazione, che si appassionò alla fotografia e con un banco ottico “folding 13x18” raccontò la sua contemporaneità, tra ritratti di abitanti, famiglie e paesaggi.
Tra questi scatti, molti interessarono l’ambiente e la vita di miniera, diventando importanti reperti per i secoli a venire.
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Un mondo sotterraneo, scavato nelle profondità della Val d’Ayas per 1.600 metri di estensione. Scoperta nel 1899, la miniera di Chamousira rappresenta la più importante risorsa d’oro dell’intera Valle d’Aosta, che diede lavoro a gran parte della popolazione locale nel ruolo di “vagonatori”, “portaferri” e addetti al funzionamento della teleferica.
Fu gestita dalla compagnia inglese “The Evançon Gold Mining Company Limited” che raggiunse il massimo sviluppo tra il 1902 e il1907. Un grande successo al quale seguì il felice incremento di manodopera, da 19 a 100 operai.
Il giacimento sfruttava i filoni di quarzo mineralizzati a oro e il materiale aureo ricavato veniva classificato in tre qualità, a seconda della concentrazione. Con un percorso diviso in sette livelli, esso veniva trasportato sino alla galleria di careggio, dove una tramoggia caricava i decauville (i vagoncini) che raggiungevano la laveria di Pontey, tramite teleferica.
Oggi la miniera presenta una galleria museo dall’architettura contemporanea, che sorge al posto dell’antica funicolare e ricorda l’arditezza tecnica e ingegneristica del luogo.
Per prenotare la visita, www.chamousira.it
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Scegliere la Val d’Ayas come meta escursionista significa andare alla scoperta delle meraviglie di Madre Natura, in mezzo alla fauna e flora alpina.
Tra gli innumerevoli esemplari di fiori, va citato l’incantevole l’Anemone di Halleri, che fiorisce tra maggio e giugno regalando ogni sfumatura di viola.
Dalle proprietà febbrifughe, anticonvulsive e narco-sedative è spesso usato nella preparazione di rimandi naturali. Appartenente alla stessa famiglia anche l’Anemone Primaverile e Giallo, che dopo luglio rifiorisce a fine estate nei pressi dell’Alpe Mase, nel Vallone delle Cime Bianche.
Segue l’Arnica Montana, con proprietà tonico-digestive e stimolanti a livello nervoso e cardio-vascolare, il Botton d’Or, il cui nome fa riferimento alla forma della corolla, il Colchico e la Genziana, in tutte le sue tipologie.
Queste alcune delle numerosissime specie di fiori che si posso incontrare nella vallata. Per conoscere cosa celano oltre il colore dei loro petali, il consiglio è di munirsi di una buona guida naturalistica e andare a fare una bella passeggiata.
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Nonostante la Valle d’Aosta sia di piccole dimensioni, presenta microclimi assai diversi da vallata a vallata, che dipendono dall’orografia del territorio.
In quanto regione alpina, qui gli inverni sono lunghi e rigidi, con temperature che raggiungono anche i -30°C sopra i 2.000 metri slm, mentre le estati possono essere calde e afose, a causa della scarsa ventilazione.
Guardando ai rovesci, le piogge risultano scarse, specialmente sulle vallate interne incassate tra imponenti rilievi. Questi, infatti, a seconda delle correnti ostacolano il passaggio delle nubi, dando luogo alla cosiddetta “ombra pluviometrica” o effetto rainshadow.
Altro fenomeno al quale si assiste spesso nelle sere estive è la formazione del cumulonembo. Si tratta di un’enorme nube dalla forma allungata e piatta, simile a un’incudine, che si origina dalla rapida ascesa di aria calda fino ai 12 di chilometri d’altezza.
A seconda dell’ora, può riflettere la luce del sole e risultare color bianco ottico alla vista, oppure assecondare le sfumature del tramonto e quindi tingersi di rosa. Qualsiasi sia la cromia, il cumulonembo è lo spettacolare segnale di un temporale alle porte.
### Titolo window_030B0381_0C21_E744_4180_30B8F5821A6C.title = SCI DI FONDO E BIATHLON window_031D389E_0C21_217C_4188_DB410E269531.title = CHAMPOLUC window_038D898B_0C21_2344_41A5_A1CD65B13337.title = FIORI DELLA VAL D’AYAS window_039AB442_0C2F_21C4_418C_3B8F5E971894.title = PLAYGROUND window_03CB4E81_0C21_E144_41A7_5EA34827E1B3.title = AGRICOLTURA DELLA VALLE D’AOSTA window_1C0861A0_0C20_E344_4186_7241B64AB17E.title = MONTEROSA SKI window_1C88D5D7_0C21_22CC_4199_296D4AEA131F.title = PRODOTTI TIPICI window_A0857227_AE79_77A4_41D3_C934305860D4.title = AREA ATTREZZATA LIBERA window_A159C0F3_AE9A_B4BC_41BD_EC667737C1A6.title = IL CASTELLO DI GRAINES window_BE5E9552_B3B5_9877_41DA_D51A838B374D.title = I PESCI DEL LAGO window_BE8B1077_AE99_53A4_41C8_DEFD12AA0990.title = COL DE JOUX window_BEF14330_B3B2_9833_41E5_54799743B6AE.title = TORRENTE EVANÇON window_C282F40C_D600_3E86_41DA_A968D9E2541C.title = LE MINIERE D’ORO DI CHAMOUSIRA window_C46F16FE_D600_FB82_41C2_77F9738DC27C.title = LO SBARRAMENTO DI BRUSSON window_C5CC7EF1_D600_4B9E_41D9_E26E23401F81.title = PIANTE E ARBUSTI window_C5E75918_D601_D68E_41C2_A95F55B28436.title = ARRAMPICARE A EXTREPIÉRAZ window_C70A73F9_D600_798E_41D4_36BAB011B98E.title = RIFUGI, BIVACCHI ED ESCURSIONI window_C78A8892_D600_D782_41E1_BA9612C4CB72.title = CENTRO DOCUMENTAZIONE HERBET window_C7FD7282_D600_5B82_41E4_64033069C766.title = IL LAGO DI BRUSSON window_CB06D602_D601_DA82_41D9_8BF5180A09A8.title = BRUSSON window_CF867DDC_D600_C986_41E4_3B245D2DDDB9.title = RUS D’ALRAZ E HERBAL window_D8038A42_D600_4A82_41C2_061F8B6F9BD5.title = CLIMA E CUMULONEMBI window_E758B6F4_E871_5C13_41DA_339ADC69EC7B.title = TORRENTE EVANÇON